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Comune di Santa Maria la Longa
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Capoluogo e Frazioni
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22/04/22
Capoluogo: Santa Maria la Longa
Frazioni:
- Mereto di Capitolo
- Ronchiettis
- Santo Stefano Udinese
- Tissano
- Località Crosada
Informazioni utili
- Abitanti:
- 2297 al 31.12.2023
- 2316 al 31.12.2022
- 2303 al 31.12.2021
- 2312 al 31.12.2020
- 2305 al 31.12.2019
- 2318 al 31.12.2018
- 2313 al 31.12.2017
- 2365 al 31.12.2016
- 2336 al 31.12.2015
- 2382 al 31.12.2014
- Superficie: 19,47 Kmq
- Metri (s.l.m.): 38
- CAP: 33050
- Prefisso: +39 0432
- Municipio, tel. 995297 - 995003 - 995395
- Ufficio postale, via. Ellero 13, tel. 995576
II borgo si sviluppa attorno alla piazza centrale da dove si diramano le strade del paese. Citato nel 1031 per la prima volta, il borgo rurale ha origini ben più antiche testimoniate dai ritrovamenti romani e preromani rinvenuti attorno alla chiesa di S.Pietro, edificio costruito su mura romane.
L'antica chiesa, leggermente discosta dal nucleo urbano centrale, risale al secolo XV ed è caratterizzata dalla facciata con campanile a vela, sul fianco sud si rileva un protiro con affresco cinquecentesco raffigurante centralmente la Madonna con bambino tra S.Pietro e S. Giovanni.
All'interno della navata sono presenti lacerti di affreschi cinquecenteschi meritevoli di restauro. A lato della chiesa è presente casa Pontelli, antico edificio rurale che è stato costruito sul sito di un medioevale monastero benedettino, a questo periodo risale probabilmente la cortina difensiva di forma ellittica che racchiudeva il nucleo centrale del borgo attualmente delimitata nella parte occidentale dal canale Brentana e quasi del tutto scomparsa nella parte orientale.
La chiesa del borgo dedicata a S. Michele, costruita successivamente a quella di S.Pietro, presenta forme risalenti ai secoli XVIII - XIX con la facciata ampliata nel 1905. All'interno importante statua lignea raffigurante Madonna con bambino del secolo XVI, tela settecentesca del pittore francese P. Bainville, statua lignea cinquecentesca di S.Pietro e pala dell'altare maggiore raffigurante Madonna del Rosario.
Dopo il periodo di giurisdizione del Capitolo di Aquileia, nel 1420 il borgo passò sotto il dominio veneto fino al 1797, a tale periodo risalgono le quattro ville presenti nel paese. A nord è situata villa Morelli de Rossi appartenuta ai conti Valentinis, costruzione di origine cinquecentesca ampliata nel secolo XVIII, l'edificio padronale, dalla facciata con simmetria centrale, è collegato con degli edifici rurali a nord, a sud, dopo la corte d'onore si sviluppano gli ottocenteschi "foledors".
La villa durante la prima guerra mondiale ospitò un ospedale militare visitato da Vittorio Emanuele III, una lapide ricorda l'avvenimento; a ovest della chiesa si trova villa Brazza-Gortani costruzione secentesca appartenuta anche alle famiglie Sasso e Frangipane.
Ampliata nel secolo XIX nella parte nord, la facciata simmetrica presenta un centrale ingresso sormontato da una porta finestra timpanata con balaustra, la villa assieme al discosto "fóledor" con portale in pietra e muratura in sassi sbozzati forma un giardino delimitato a ovest dal fossato del canale Brentana, nel giardino antistante alla villa oltre ad un imponente bagolaro, si trova la cappella di S.Uberto costruita all'inizio del secolo dalla famiglia Frangipane, sul modulo delle cappelle votive friulane.
A est della parrocchiale si sviluppa il complesso di villa Costantini-Scala, l'edificio padronale risalente al secolo XVII - XVIII, con salone passante e facciata tripartita, delimita assieme ad alcuni edifici rustici con facciata arricchite da colonne classiche, una corte d'onore, collegata all'ampio parco posto a sud del complesso, comunica con la strada del borgo attraverso un ampio portale arcuato in pietra.
A sud del borgo si sviluppa la villa Orgnani Martina, poi Martinengo, e ora di proprietà Bernardis-Zompicchiatti, il complesso delle forme seicentesche si compone di un corpo principale, con bifora al piano nobile, e di un ala che arriva fino alla strada dove si rileva un portale in pietra con monogramma della famiglia Orgnani Martina.
Gli edifici rurali del borgo si dispongono sul fronte strada con corti all'interno, tra i più significativi si rileva casa Boga, con portali arcuati in facciata e portico con colonna nel fronte interno, casa ex Boemo con bifore e ingresso arcuati cinquecenteschi, la cortina edilizia di via Clauiano e di via Del Fieno quest'ultima con caratteristico "fogolar" sporgente.
Piccolo borgo rurale, raggruppato attorno alla chiesa di S.Bartolomeo e a villa Braida, citato per la prima volta nella pergamena popponiana del 1031.
La chiesa con facciata dalle forme classiche presenta all'interno una navata rettangolare e il coro, sul lato dx si rileva la sagrestia. L'altare principale , in marmo, risalente alla fine del settecento, al centro è posta una pala raffigurante S.Bartolomeo, a sx dell'ingresso si trova la nicchia ospitante il fonte battesimale.
Il campanile costruito in mattoni presenta delle bifore nella cella campanaria. Attigua alla chiesa si trova villa Braida, appartenuta alle famiglie: della Porta, Vanni e degli Onesti, il complesso padronale si compone della villa dalle forme sobrie con l'attiguo "foledor" separato dalla corte d'onore sul fronte strada da rilevare un portale in pietra.
Sul retro del complesso è situato un edificio risalente al diciottesimo secolo con aperture ellittiche nel sottotetto, gli altri edifici del borgo, dalle forme rurali, mantengono ancora l'aspetto originario disponendosi in gran parte sul fronte strada.
II paese è formato da tre borghi rurali: borgo di sotto (via Zompicco) borgo di sopra (zona chiesa parrocchiale) e dal borgo di mezzo (via Roma).
Il paese è citato per la prima volta nel 1031 con il nome di villa Sclavorum, dalla popolazione slava fatta arrivare in questo territorio dal patriarca Popone, anche se numerosi ritrovamenti di materiale romano testimoniano l'origine più antica del paese.
L'unione dei tre borghi ha dato origine alla conformazione urbana allungata che non ha nessun riferimento con il nome longa, toponimo invece derivante dallo sloveno loka (prato) o logu (bosco).
Il nome S.Maria compare per la prima volta nel secolo XIII, e alla Madonna Assunta è dedicata la chiesa parrocchiale, edificio di antiche origini fortemente restaurato e ampliato negli anni sessanta, la facciata dalle forme classiche risale al secolo XIX. All'intemo da rilevare il cinquecentesco fonte battesimale, il barocco altare della Madonna del Rosario, l'ottocentesco altare di S.Antonio e il recente mosaico dell'Assunta.
A lato della chiesa all'intemo del perimetro dell'antica centa, si trova il campanile costruito all'inizio del secolo su imitazione del veneziano campanile di S. Marco. La chiesa di S.Floriano ora Don Bosco, ubicata nel borgo di sotto, ricalca forme cinquecentesche, all'intemo si trova una pala raffigurante S.Floriano e l'acquasantiera ricavata da un frammento di colonna romana. Nei pressi del cimitero si trova la chiesetta di Santa Cecilia edificio dalle forme seicentesche, con portico recente, ma di origini antiche testimoniate dall'angelo in pietra, inserito nel muro della facciata, legato ad un'antica leggenda risalente al culto pagano.
Un'altra chiesa, dedicata a S.Giorgio, e demolita all'inizio del secolo si trovava nei pressi dello slargo di via Roma. Uno dei monumenti del paese è la Berlina, colonna di origine medioevale dove venivano esposti i condannati durante il dominio del Patriarcato Aquileiese. I Patriarchi di Aquileia risiedevano periodicamente nella villa, ora Vintani- ex Milocco risalente ai secoli XVI- XVII, ubicata nelle vicinanze della chiesa, l'edificio assieme a due ali laterali formava una corte a U, sul retro, passato l'androne sormontato da un'apertura arcuata è ancora presente un ampio spazio verde delimitato da una muraglia con un lungo asse rettilineo centrale
Nelle vicinanze si trova villa Bearzi, ora sede del Piccolo Cottolengo Don Orione, costruzione seicentesca rimaneggiata nei secoli XIX - XX, composta da un corpo principale e da un'ala minore con corte d'onore posta anteriormente all'edificio, sul retro si sviluppa un giardino all'inglese dove si rileva un secolare cedro, la facciata posteriore, con trifora, a forme seicentesche mentre quella principale è stata rimaneggiata all'inizio del novecento.
L'altra villa importante del paese è villa di Colloredo Mels, costruzione seicentesca, su preesistenze più antiche, composta da un corpo principale collegato ad un'ala ortogonale all'edificio sul retro, la facciata principale simmetrica con portale centrale sormontato da una serliana è preceduta dalla corte d'onore, a est si sviluppa un ampio parco, sul retro della villa sono ubicate le antiche scuderie.
Donata da Antonio Barbaro al seminario di Udine che ne mantenne il possesso come residenza estiva fino al 1866; durante la prima guerra mondiale fu sede del primo centro di fotografia aerea ed ospitò Gabriele D'Annunzio che amava chiamarsi di S.Marie La Longe, durante questo conflitto il paese ospitava anche il poeta Giuseppe Ungaretti che qui scrisse M' illumino d'immenso.
Un'altra costruzione significativa è villa Braida, complesso ad U con un vasto parco. Risale al primo novecento villa Maria, di proprietà Vintani, costruita dall'impresa Bonini con facciata caratterizzata dal frontone centrale e dalla trifora al piano primo, sul retro si sviluppa un ampio parco. Al secolo XVIII risalgono casa Del Mestre-Turchetti, casa Coppo-Moschion e casa Savio-Danielis costruzioni caratterizzate da aperture con riquadri in pietra e dalle portefinestre con poggiolo del piano primo, in casa Del Mestre è presente una lapide che ricorda le gesta dell'ammiraglio dalmata Rados, soldato della serenissima. La casa Malisan, ora sede della comunità La Viarte, risale probabilmente al secolo XVIII, il complesso conserva l'edificio padronale mentre gli annessi rustici sono stati demoliti per ospitare i nuovi spazi della comunità, sul fronte strada è presente un portale in pietra con tettuccio. Nelle vicinanze si trova casa Novello edificio seicentesco con caratteristici portali sul fronte strada. Altri edifici di valore storico ambientale sono le quattrocentesche case Pontoni e Canonica riconoscibili per le modeste dimensioni e per la decorazione della linda costituita da mattoni disposti a spigolo. Casa Volpetti, casa Catania e casa Mocchiutti hanno mantenuto intatte la loro caratteristiche rurali tramandandoci un'immagine del Friuli contadino di un tempo, più legato al mondo rurale del '900 è il mulino Birri sul canale Brentana.
Il borgo dalla forma allungata si sviluppa attorno alla chiesa parrocchiale e alle ville Cirio e d'Arcano.
La chiesa, dedicata a S.Stefano, dalle forme neogotiche risale al 1867 ed è costruita sul luogo della precedente della quale rimangono tracce sul coro, dove è conservato l'antico altare e una tomba della fam. Florio.
All' interno gli arredi e rimanenti altari ricalcano le forme tardo ottocentesche della chiesa, di particolare pregio l'altare in marmo della nicchia dx della navata e l'orchestra con organo a canne recentemente restaurato nel campanile si notano ancora maggiormente le forme neogotiche, in particolare nelle bifore della cella campanaria e nelle sopra stanti cuspidi del tetto.
A nord del borgo è posta l'antica di S.Giuseppe risalente al secolo XVI, l'edificio dalle forme semplici presenta all'interno affreschi settecenteschi raffiguranti la Pietà e S.Stefano, inoltre da rilevare un altare cinquecentesco e un lastra tombale dello stesso periodo; nei pressi si trova anche il mulino Cogoi.
Villa Cirio dalle forme austere risale al secoloXVII, si compone del corpo padronale posto sul fronte strada, e da un'ala minore disposta per perpendicolarmente alla villa, sul retro un tempo si sviluppava un giardino con peschiera; più a nord si trova ancora l'uccellanda (bressana).
L'altra villa dalle forme tardo settecentesche fu abitata dalla famiglia nobiliare d'Arcano, presenta un timpano nella parte centrale, antistante l'edificio si sviluppa un giardino delimitato verso il borgo da una muraglia merlata.
Tra gli altri edifici del paese da segnalare sono: le ex case Florio, poste di fronte alla villa d'Arcano, con portale bugnato in pietra, casa Conchione con fogolar sporgente e lungo l'attuale roggia, che corrisponde all'antico tracciato della strada che collegava Udine con Palmanova, casa Bragagnolo che un tempo era caratterizzata da portali arcuati.
Il borgo di origine medioevale era abitato in epoca romana, a tale periodo oltre che al toponimo risalgono diverse ritrovamenti di reperti romani tra cui il recente arco rinvenuto nei pressi di villa Mauroner, importanti sono anche i ritrovamenti longobardi scoperti qualche decennio fa a nord del paese.
La chiesa del borgo dedicata a S. Michele ha forme moderne, ed è stata realizzata nel 1962 sul sito di una più antica, all'interno da segnalare l' altare maggiore dalle forme ottocentesche con un dipinti nella parte centrale dedicato al patrono della chiesa, sempre sul coro sono presenti due opere giovanili di Antonio De Cillia
Il campanile risalente al 1831, costruito in pietra, presenta una cella campanaria con bifore, a lato è ubicata la canonica con l'antico pozzo in pietra. Tra gli edifici emerge per la sua grandezza la villa conosciuta dalla popolazione con il nome di Del Torso, in precedenza di proprietà dei conti Agricola e Strassoldo, costruzione settecentesca con corpo principale timpanato formante con l'ala nord più antica e con l'ottocentesca ala sud, dove si rileva una torretta, una corte ad U che racchiude un giardino con corsi d'acqua, anteriormente la villa presenta una corte d'onore con portale in pietra che si apre sulla piazza del borgo; qui visse Enrico Del Torso letterato, collezionista e fotografo.
L'altro edificio significativo del borgo è villa Mauroner edificio del secolo XVIII costruito su preesistenti edifici, il complesso è costituito dal corpo principale, dai foledors con due portali in pietra e dalla degradata corte d'onore delimitata da una muraglia con portale in pietra. Sul retro della villa sono presenti alcune costruzioni cinquecentesche appartenute ai Mauroner tra cui la latteria con affresco cinquecentesco, casa Tosolini e l'ottocentesco "palazzetto rosso" con forme vicine ai castelli medioevali italiani, sul retro a nord-est della villa fino a qualche decennio fa si sviluppava un ampio parco.
Nella nobile costruzione vissero il musicista, collezionista e pittore Giuliano Mauroner e il pittore e incisore Fabio Mauroner, altri personaggi che vissero a Tissano nei XVII furono il filosofo, medico Pompeo Caimo e suo nipote Giacomo giurista che il 18 -6-1648 fu investito della contea di Tissano. Tra gli edifici rurali da rilevare la cortina edilizia di via Borgo di Sopra, via Tor Cop e via Ravellis da segnalare la "farie" dei Grattoni che un tempo veniva azionata dalla forza idrica.